Storia

pietra di Tangelgarda con Odino

 

Le Rune sono lettere di un antico alfabeto nordico che venivano incise su legno, osso, metallo e su grandi steli di pietra e sono arrivate fino a noi grazie a numerosi ritrovamenti in Scandinavia e in molte altre parti d'Europa e perfino in America.

Già 2000 anni fa lo storico romano Tacito nel suo De Germania, descrivendo gli usi e costumi dei popoli nordici, parla dei rituali di divinazione da parte di sacerdoti che incidono o dipingono misteriosi segni su piccoli pezzi di legno e li lanciano su teli per trarne auspici.

Le Rune sono in effetti segni ricolmi di contenuti, al punto da poter essere utilizzate come strumento di profonda comprensione delle leggi e dei principi che governano la realtà e come le monete dell'I Ching, il millenario testo oracolare cinese, le Rune possono essere lanciate nel vuoto, in attesa che una volta ricadute a terra, rivelino il loro messaggio.

Come nella lettura astrologica del tema natale i pianeti, le case e gli aspetti ci offrono una mappa dettagliata della nostra psiche e dei suoi processi, così le Rune, una volta estratte, fanno emergere nuovi significati alla nostra coscienza e ci sostengono nell'esplorazione di uno specifico problema.

Le Rune per alcuni sono l'alfabeto di una lingua dimenticata, che forse non è stata mai parlata, che manca di grammatica e di sintassi: per altri questa lingua non è muta, semmai è poco udibile, è sussurrata, bisbigliata, e permette di comunicare con il Mistero della Vita.

Le Rune in effetti sono molto più che lettere e anche più che segni, sono simboli dell'inconscio collettivo e quindi Archetipi: l'alternarsi delle stagioni, il raccolto, gli armenti, l'abbondanza e la privazione, la casa e la guerra, la vita e la morte, la famiglia, il clan, la comunità, ogni aspetto della vita prende forma attraverso il segno runico, si manifesta, emerge dalla profondità della psiche e si rivela.

Per noi parlare delle rune significa riconnettersi con l'Antica Lingua degli Dei e degli Eroi del Nord, significa evocare Saghe, Miti, Racconti, significa riannodare i fili di una trama comune e condivisa di leggende che accomunano quel popolo che già da tempi remoti scelse di abitare quella parte del mondo che noi oggi conosciamo come l'Europa settentrionale.

 

Le principali fonti delle nostre conoscenze relative alla religione dei Germani sono:

- Le cronache degli autori latini (soprattutto il  "de Germania" di Tacito, scritta nel 98 d.C.);

- Le "Vitae" dei missionari, redatte a cavallo tra l'epoca del Basso Impero e l'Alto Medioevo;

- Le composizioni islandesi denominate "Edda poetica" (raccolta anonima di carmi risalenti, probabilmente, al IV-V secolo, ma compilata nella seconda metà del XIII secolo d.C.) e "Edda in prosa" (composta da Snorri Sturluson verso il 1220 circa);

- I Poemi Runici: Anglosassone, Norvegese, Islandico;

- Le poesie degli scaldi, basate sul patrimonio comune germanico e caratterizzate dall'uso delle così dette "kenningar" o metafore poetiche (IX-XIV sec.);

- Le celebri saghe norrene (scritte nei secoli XII-XIII), racconti eroici, unici nel loro genere, che si pongono alla base del romanzo moderno;

- Le "Gesta Danorum" di Saxo Grammaticus, opera stilata tra il XII e il XIII secolo;

- Le genealogie dei re norvegesi;

- Le cronache degli insediamenti vichinghi in Islanda e Groenlandia;

- I resoconti di viaggiatori non scandinavi, come l'arabo Ibn Fadlan;

- Gli autori cristiani, come Adamo di Brema;

- Infine i toponimi, la numismatica, le ballate popolari, l'iconografia.

Il materiale pubblicato su queste pagine è stato preso dal libro "Runemal, il Grande Libro delle Rune" pubblicato con la casa editrice L'Età dell'Acquario.

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